L’informazione e la missione dei settimanali diocesani

L'altro punto di vista

Dal 1865, quando nacque la rivista “Monte Rosa”, ad oggi il ruolo resta lo stesso: la notizia vista con l’ottica cristiana

ROMA - Stimolare e sollecitare l'opinione pubblica della Chiesa. Informare sulla realtà, per lo più locale, interpretandola da un punto di vista cristiano e cattolico. Questa, in sintesi, è la missione dei settimanali diocesani di oggi, un gruppo sufficientemente compatto all'interno della vasta moltitudine dei media cattolici presenti in Italia oggi. Ma cosa sono, in concreto, questi settimanali? Qual è la loro storia? A chi si rivolgono? Proviamo a entrare nel dettaglio. Un numero, innanzi tutto: 185 testate, comprese le webzine, per un totale di circa un milione di copie vendute a settimana. Alcuni fra questi periodici sono organizzati in consorzi (Toscana Oggi, in Toscana e La Voce in Umbria). Va detto che la diffusione sul territorio nazionale non è affatto omogenea: se in alcune diocesi, soprattutto al centro e al nord, si registra la presenza di più di una testata (più di dieci a Novara), altre ne sono addirittura sprovviste. Va poi detto che, lungi dall'avere un«format»comune, queste riviste sono molto diverse le une dalle altre: periodici di una certa ampiezza e impegno in alcuni casi, con redazioni altamente professionalizzate; in altri, soprattutto nel meridione, si tratta di fogli notizie che non hanno alcuna pretesa di affiancare, per non dire«sostituire» la stampa laica. Ciò accade soprattutto nelle aree più depresse del Mezzogiorno (con le dovute eccezioni), dove il contesto sociale e la presenza capillare della criminalità organizzata rendono assai difficile l'allestimento di realtà imprenditoriali sane, comprese quelle editoriali. In queste regioni anche l'offerta di periodici cattolici è carente: assente o limitata a fogli di informazione religiosa, attraverso i quali il vescovo comunica con la comunità diocesana. Il giornalismo è un'altra cosa. I migliori fra questi periodici diocesani si offrono al lettore come autentici strumenti di informazione, contribuendo a formare l'opinione pubblica e assestandosi su posizioni di primo piano in termini di vendite e di impatto sulla società. Periodici di informazione e opinione, impegnati a raccontare la politica, la cronaca, la cultura, lo sport, con particolare attenzione al territorio di riferimento, spesso trascurato (per ovvie ragioni) dalla stampa nazionale. Realtà editoriali importanti, vive, al passo coi tempi e con l'evolversi della comunicazione. Inutile sottolineare il fatto che numerose riviste, negli ultimi anni, si siano dotate di un sito web, talora con la possibilità (limitata per lo più agli abbonati) di leggere il giornale in pdf; nel 2005, infine, è nato il primo settimanale diocesano free press, Noi Brugherio, in provincia di Monza. A tutto questo si è arrivati col tempo. La stampa diocesana, in Italia, esiste dal 1865, anno di fondazione di Monte Rosa, rivista nata a Varallo Sesia (NO). Alcune fra le testate attive oggi hanno una lunga tradizione e sono state impegnate nel difficile sostegno della Chiesa nei momenti più difficili degli ultimi centoquaranta anni. Le tensioni con i governi liberali, le due guerre, il difficile ventennio fascista. La fisionomia e il ruolo attuali di queste testate sono andati formandosi nel secondo dopoguerra e ancor più negli anni immediatamente successivi al Concilio Vaticano II. È del 1966 la fondazione della Federazione Italiana Settimanali Cattolici (FISC), organismo di raccordo fra le varie realtà locali. Nel 1986, in seno alla FISC, fu creato il Consorzio Nazionale Servizi Informazioni Settimanali (CONSIS), con funzione di consulenza amministrativa, fiscale giuridica, nonché per organizzare la raccolta della pubblicità. Quest'ultimo aspetto è stato per anni il tallone d'Achille del movimento ed è fra le ragioni per cui, nel 2007 il CONSIS è stato sostituito da una nuova società, la FISC Servizi srl, avente fra i propri obiettivi quello di potenziare la raccolta pubblicitaria, rivolgendo l'offerta a nuovi soggetti.

Francesco Bianco

(da «La Discussione», 21/6/2009, p. 13)

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