Questo lavoro, sotto forma di poster, è stato
presentato al X Congresso della Società Internazionale di
Linguistica e Filologia Italiana (Basilea, 30 giugno - 3
luglio 2008), sul tema Sintassi storica e sincronica
dell'italiano. Subordinazione, coordinazione e
giustapposizione.
Le
proposizioni temporali di contemporaneità nella prosa
media
1. Introduzione
In questo studio, che confluirà
nella mia tesi di dottorato e nell’ArSIL
(si veda la comunicazione di
Maurizio Dardano in questo stesso convegno), prendo in
esame le proposizioni temporali esplicite che esprimono la
contemporaneità fra l’azione della temporale e quella della
clausola sovraordinata; escono dal mio orizzonte di ricerca,
in questa fase, tanto le temporali implicite quanto i
complementi di tempo riconducibili a casi di
nominalizzazione o cancellazione del verbo (cfr. Alinei
1971: 18-19). Nell’ambito degli antichi testi italiani (con
questa etichetta mi riferisco a documenti prodotti in
Toscana tra il XIII e il XIV secolo), questa ricerca si
concentra su alcuni esemplari di quella che si suole
classificare come “prosa media” (cfr. Dardano 1995), tipica
di questa fase cronologica. L’attenzione all’aspetto dei
rapporti temporali ha orientato questo studio, così come la
ricerca entro cui esso si inscrive, verso testi di carattere
spiccatamente narrativo.
2. Classificazione dei
rapporti di contemporaneità
Sulla scorta di Mäder
(1968), con alcune modifiche, propongo uno schema di
classificazione delle proposizioni temporali
distinguendo i possibili tipi di “contemporaneità”
che può intercorrere fra l’azione della subordinata
(che chiameremo A1) e quella della reggente (A2); si
possono individuare sei differenti rapporti:
-
coincidenza:
A1 e A2 avvengono nello stesso momento. Es. Or
torneremo al grande piano che noi lasciammo
quando cominciammo a ragionare de li Tartari.
(Milione, § 69, 36)
-
simultaneità:
A1 e A2 sono azioni durative e avvengono nello
stesso tempo. Es. E sappiate che questa
provincia era la mastra sedia del Preste Gianni,
quando egli signoregiava li Tartari e tutta
quella contrada; (Milione § 73, 11)
-
incidenza:
A2 (azione puntuale) avviene durante lo
svolgimento di A1 (azione durativa). Es. Mentre
che aspettavano, misser Giordano e 'l maliscalco
ordenarono come volevano che andasseno. (MA §
20)
-
incidenza
inversa: A1 (azione puntuale) avviene
durante lo svolgimento di A2 (azione durativa).
Es. Allora sì aspramente penetentiose de tale
pensieri ed astinenza fece, che sì meno esso
venne de quelle carni che, 'lora quando ciò
pensò, avea, che quasi a morte venne. (AC § XV,
7-9)
-
terminatività:
A1 e A2 finiscono nello stesso momento. Es. Pur
con moneta e furtivamente vi se ne mettea,
infino che'l fosso non fosse richiuso, e fatte
le bertesche. (Compagni § II, XXVIII, 134)
-
incoatività:
A1 e A2 cominciano nello stesso momento. Nei
testi presi in considerazione non ci sono
esempi.
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3. Analisi dei dati
Il
primo dato ad emergere è la netta preponderanza, sugli
altri, dei rapporti di coincidenza/simultaneità (categorie
ad alto indice di confusione, come vedremo nel § 4), che
costituiscono quasi l’80% del totale. Si segnalano, come
autentiche rarità, i due casi di incidenza inversa, uno nel
Milione e uno in MA.
Tra le congiunzioni, quando è
la più frequente per tutti i tipi di rapporto, eccezion
fatta per quello della terminatività, che si serve di
congiunzioni o locuzioni dedicate: fin, fino che,
infino (a tanto) che, finché,
con piccole varianti formali.
La polisemia di quando,
strettamente legata alla sua ambiguità semantica, rende la
congiunzione disponibile anche a definire rapporti di
posteriorità (es. in AC, § XVI, 2-5: Quando al
Saladino li fo portata e lecta la legge dei Saracini dove
giurare dovea, come era usanza d' onne soldano, êllo
cominciamento esso giurò d' oservare quella legge ch' a Deo
piacesse più.) e, talora, perfino quelli di anteriorità:
Quando vanno in oste si tondono li capelli molt'alto, e
nel volto si dipingono d'azurro un segno com'un ferro di
lancia. (Milione, § 151, 7).
4. Problemi
In confini fra le categorie
identificate al § 2 sono piuttosto sfumati; senza affrontare
in questa sede il problema, non secondario, della
distinzione fra contemporaneità e posteriorità (cfr. § 3),
mi limito a elencare alcune fra le più comuni difficoltà
incontrate nell’attribuire un esempio di proposizione
temporale all’uno o all’altro “tipo” di contemporaneità:
-
coincidenza/simultaneità:
il rapporto che descrivono è il medesimo; quando A1 e A2
non sono individuabili con certezza come azioni durative
(per esempio attraverso l’uso dei tempi verbali o di
locuzioni che indichino un tempo durativo),
l’opposizione fra le due categorie tende a
neutralizzarsi;
-
simultaneità/incidenza:
se la durata di A2 non è ben determinabile, oppure se A2
rappresenta un’azione ripetuta più volte nel tempo di
A1, allora può essere difficile distinguere le due
categorie: es. E quando ella era a le battaglie, ella
si gittava tra li nimici sì fieramente, che non era
cavaliere sì ardito né sì forte ch'ella nol pigliasse
per forsa; (Milione § 195, 28);
-
simultaneità/terminatività:
spesso non si tratta di categorie effettivamente
alternative, bensì di modi differenti per interpretare
un medesimo rapporto temporale: nell’esempio seguente
Segnori e frategli ed amici miei, voi sapete bene che 'l
mio padre, infino che e' visse, vi tenne tutti per
fratelli e per figliuoli (Milione § 199, 1), la
temporale potrebbe essere parafrasata con mentre era
in vita.
5. Conclusioni
Obiettivi:
-
verifica e affinamento
della griglia (§ 2) e dei criteri per la
classificazione;
-
ampliamento del corpus
(confronto fra tipologie testuali, autori, epoche);
-
studio della subordinazione
implicità e dei casi di nominalizzazione.
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