(1998) Prefisso s.m.
Fissa il prefisso è lo slogan della campagna
informativa con cui Telecom Italia comunica ai cittadini l’entrata in
vigore del nuovo Piano di Numerazione Nazionale, che rende
“obbligatoria” la composizione del prefisso anche nelle chiamate
interne a uno stesso distretto telefonico. Dopo alcuni mesi di
“rodaggio” (dal 19 giugno), durante i quali il vecchio sistema convive
col nuovo (le chiamate senza prefisso vengono automaticamente
instradate, mentre una voce automatica spiega la nuova modalità di
composizione del numero), a partire dal 18 dicembre la nuova
numerazione (adottata per far fronte al crescente numero di abbonati)
entra definitivamente in vigore, integrando il prefisso nel numero
dell'abbonato. La possibilità di effettuare chiamate interurbane dirette
(la cosiddetta “teleselezione da utente”), senza passare attraverso un
centralino manuale, era stata introdotta in Italia negli anni '60 ed era
attiva su tutto il territorio nazionale dal 31 ottobre 1970; da allora, per
chiamare un numero di un altro distretto (e dalla fine del 1998 per
chiamare qualsiasi numero), era stato sufficiente anteporre al numero
dell’abbonato il prefisso interurbano (0) e l’indicativo geografico; nel
caso di Roma (6) e Milano (2) un numero composto da una sola cifra,
per gli altri distretti un numero di due o tre cifre.
Nel linguaggio comune, con «il prefisso di Roma è 06», ci si
riferisce a quello che in gergo è chiamato prefisso teleselettivo
(l’insieme di prefisso interurbano e di indicativo geografico). Il
diffondersi di quest’uso è ben documentato dai dizionari. ZING. 197010
definiva prefisso interurbano (sinonimo: indicativo interurbano) la
«serie di cifre da comporre con il disco combinatore dell’apparecchio
telefonico per chiamare in teleselezione abbonati di altri distretti»;
ZING. 198611 dava lo stesso significato in carico al solo prefisso,
evidentemente entrato nell’uso degli italiani (ZING. 199612 ripristina
curiosamente il significato originario del vocabolo, cioè lo zero da
anteporre all’indicativo geografico, specificando però che ne esiste
anche un’accezione corrente, più estesa), ma già in
ALBERTONI/ALLODOLI (197111) si registrava (esclusivamente)
quest’accezione comune. «Di te qualche sussurro in teleselezione /
con un prefisso lungo e lagne di intermediari», scriveva Eugenio
Montale in Satura (1971).
L’integrazione del prefisso nel numero telefonico dell’abbonato
assottiglia la distanza psicologica fra la chiamata urbana e quella
interurbana; di questa, più costosa e tradizionalmente dedicata a
conversazioni più brevi e “necessarie”, si ha coscienza soprattutto nel
comporre un numero iniziante con l’immancabile zero. Durante gli
anni ’90, del resto, il panorama della comunicazione telefonica muta
radicalmente: l’introduzione di nuove tecnologie e la riduzione di
costi e dimensioni degli apparati determina il boom della telefonia
mobile, precedentemente legata a un mercato “di nicchia”; da status
symbol qual era, il telefonino diventa ben presto un oggetto di uso
quotidiano, addirittura indispensabile. Nella seconda metà degli anni
’90, in ossequio alle direttive dell’Unione Europea, il mercato della
telefonia mobile (1995) e di quella fissa (1998) viene liberalizzato:
l’«abbonato ad una compagnia telefonica diversa da Telecom» (che,
almeno in una prima fase della nuova stagione, gestisce ancora le linee
telefoniche tradizionali) deve anteporre al numero selezionato un
prefisso speciale, «allo scopo di consentire l’istradamento automatico
della chiamata sulla rete di tale compagnia» (DEVOTO/OLI 2002-2003,
s. v. prefisso).
L’opposizione significativa, oggi, non è più quella fra chiamata
urbana e interurbana, la cui differenza di prezzo è spesso nascosta o
effettivamente annullata dalla pletora di offerte forfettarie che i gestori
propongono al cliente (sempre più spaesato) nel tentativo di strapparlo
alla concorrenza. Il discrimine, semmai, è quello fra le chiamate
«verso i telefoni fissi» o «verso i cellulari», o fra le chiamate nazionali
e quelle internazionali, sempre più diffuse. L’evolversi delle
tecnologie, la liberalizzazione del mercato, il mutare dei costumi e
l’accresciuta internalizzazione della società italiana ampliano il
ventaglio delle locuzioni (prefisso interurbano, prefisso teleselettivo,
prefisso internazionale, prefisso cellulare, prefisso di gestore) e
arricchiscono la polisemia di un vocabolo che DEVOTO/OLI
(2004-2005) ha ridefinito «gruppo di cifre poste all’inizio del numero
telefonico di un abbonato alla rete telefonica fissa o mobile, che
identifica l’area geografica, l’operatore o una categoria particolare di
servizi». In parole povere: chiamata che fai, prefisso che trovi.
(Francesco Bianco)
[da Itabolario. L'Italia unita in 150 parole, a cura di M. Arcangeli, Carocci, Roma, 2010, pp. 279-280]