Le opere latine di Petrarca sono
ammirate durante la sua vita e continueranno a
esserlo per circa un secolo dopo la sua morte:
ammirate per la loro erudizione e per lo stile, oggi
sono lontane dalla nostra sensibilità e dalla nostra
mentalità. Al lettore moderno sembrano troppo
enciclopediche e poco originali rispetto ai suoi
modelli classici. Quello che invece rimane di grande
interesse sono le epistole di Petrarca, che
lui stesso ha selezionato, riscritto e ordinato. Le
lettere non sono semplici carteggi privati, ma sono
brevi saggi (in alcuni casi anche abbastanza
lunghi). Quelle più importanti sono i
Familiarium rerum libri (libri di cose
scritte agli amici) e i Rerum senilium libri
(libri di cose scritte in vecchiaia). Le lettere
contengono molti dettagli interessanti sulla vita di
Petrarca e sulla sua epoca: descrizioni di luoghi,
persone, riflessioni morali su vari argomenti. Le
lettere aiutano a costruire una ideale
autobiografia di
Petrarca, il quale vi si mostra come studioso,
pensatore morale, osservatore e giudice del mondo
attorno a lui.
Molto letto e studiato è anche il Secretum meum (Il mio segreto), un
dialogo tra
Francesco (l’autore) e Agostino (Sant’Agostino, uno
dei padri della Chiesa). Francesco parla con
Agostino del suo sforzo di cambiare vita,
abbandonare abitudini peccaminose, rafforzare la
propria volontà. Fa una confessione dei propri
peccati e discute con Agostino su quanto siano
gravi o meno. Nel terzo libro si parla dei due
problemi individuali di Francesco: l’amore per
Laura e l’amore per la gloria. Questo è l’unico
luogo nelle opere latine in cui Petrarca parla
dettagliattamente del suo amore per Laura. Agostino
gli fa comprendere che non è giusto amare una donna
terrena (una creatura) e che bisogna amare Dio (il
Creatore). Dimostra che Laura ha sconvolto la vita
di Francesco, che lui ha perso il controllo di se
stesso e che non è più capace di pensare al proprio
bene. Nel dibattito sulla gloria, Agostino spiega
come la gloria sia insicura e falsa, e come siano
inutili le opere letterarie a confronto con la cura
della propria anima. Francesco riconosce la validità
delle argomentazioni di Agostino, ma alla fine del
dialogo non riesce ad abbandonare le cose terrene.
Il dialogo è stato apprezzato, in
epoca moderna, per la profondità di autoanalisi e
per la ricerca interiore di Petrarca. La critica ha
esaltato anche il finale ambiguo del dialogo, che si
può anche interpretare come un trionfo dei valori
terreni (amore e letteratura).
Altre opere latine di Petrarca sono
i trattati sulla vita appartata (De vita
solitaria, De otio religioso), una
raccolta di esempi morali (Rerum memorandarum
libri), un’enciclopedia* morale (De remediis
utriusque fortune), le biografie di alcuni
grandi personaggi storici (De viris illustribus,
De gestis Cesaris), un poema eroico sulla
lotta tra Roma e Cartagine (Africa), le
ecloghe bucoliche (Bucolicum carmen), le
epistole in versi (Epystole), le invettive e
polemiche (Contra medicum, Contra eum qui
maledixit Italie; Contra quendam magni status
hominem; De ignorantia), le lettere che
attaccano la curia di Avignone (Liber sine nomine),
un resoconto di viaggio in Terra Santa (Itinerarium
ad sepulcrum Domini) e le poesie religiose (Psalmi
penitentiales); in più ci ha lasciato alcune
orazioni, poesie latine e lettere disperse (non
ordinate da lui stesso).