La Chiesa è l’unica istituzione che
mantiene un’organizzazione stabile, centralizzata e
con una gerarchia interna. Detiene, inoltre, il
monopolio dell’istruzione e
dell’interpretazione del mondo; possiede molte terre
e ha un enorme potere politico. Controlla tutto e
tutti, dai re (assistiti da consiglieri e funzionari
ecclesiastici) fino al popolo.
È proprio il venir meno delle
istituzioni imperiali, in occidente e in particolare
a Roma, che fa sì che la Chiesa acquisti
gradualmente un vero e proprio ruolo
politico-amministrativo, sostituendosi all’impero e
ai suoi funzionari. Nasce così nell’Italia centrale
lo Stato della Chiesa (che sopravviverà fino al
1870), che giustifica la sua esistenza giuridica
sulla base della cosiddetta “donazione di
Costantino”: un documento falso secondo cui
l’imperatore romano Costantino avrebbe donato al
papa il potere temporale (potere sull’esistenza
terrena degli uomini).
La Chiesa organizza i suoi territori
tramite i vescovi e gli arcivescovi, che sono al
livello dei grandi signori feudali. Nelle città e in
campagna la Chiesa è rappresentata dai parroci.
Oltre a questa struttura esistono diversi ordini
monastici. Al primo ordine, fondato da San
Benedetto (i benedettini), ne seguono molti altri:
cistercensi, camaldolesi, francescani, domenicani,
clarisse, ecc. Gli ordini possiedono i monasteri
(o conventi), in cui vivono i monaci e le monache
(o frati e suore). I monaci passano
la vita in preghiera e in clausura (separazione) dal
resto del mondo. I frati e le suore dei conventi
cittadini, in genere, partecipano alla vita sociale
cittadina. Vivono di donazioni e lasciti
testamentari; alcuni anche del proprio lavoro.
Alcuni monasteri si distinguono come centri di studi
teologici e per la produzione di libri (Montecassino,
Bobbio). Ogni ordine ha la propria regola
(l’insieme delle norme che disciplinano la vita
quotidiana e il lavoro dei monaci) e la propria
spiritualità (i propri riti, la venerazione di
particolari santi, la missione spirituale, ecc.).
Non mancano rivalità, anche forti, tra i diversi
ordini. I monasteri praticano anche opere di
carità: prevalentemente istituiscono orfanotrofi
(strutture che accolgono bambini senza genitori) e
ospedali; inoltre assistono i poveri.
Dopo l’illustre esempio di San
Francesco e dei suoi seguaci (i frati minori), si
diffonde dal Duecento il fenomeno dei frati
mendicanti, che predicano per le strade e per le
piazze delle città e in campagna, vivendo delle
elemosine della gente. A queste attività sono
legati i testi in
volgare che i
predicatori cantavano o declamavano pubblicamente.