Dopo l’anno 1000 la civiltà europea
ricomincia a crescere, probabilmente grazie a
nuove tecnologie agricole e allo sviluppo delle
città come centri di produzione artigianale,
come sede del mercato e dell’amministrazione
politica. I contatti con la più progredita civiltà
islamica portano nuove tecnologie, conoscenze
scientifiche e nuovi modelli di benessere. Aumenta
la produzione artigianale e lentamente si crea una
rete di rapporti economici a distanza, mentre si
rafforzano le produzioni specializzate e le
esportazioni di merci.
Nelle città si sviluppano professioni
specializzate. La produzione di alcune merci viene
notevolmente perfezionata grazie a innovazioni
tecnologiche (soprattutto nelle manifatture) e
questo permette alle città italiane di diventare
molto ricche e grandi (Firenze, Milano, Venezia,
Genova, ecc.).
Grazie alla concentrazione di
abitanti e di interessi nasce un’organizzazione
politica: il Comune. Il Comune emana leggi
scritte e crea organi collettivi in cui sono
rappresentate le più potenti forze politiche ed
economiche, di solito le famiglie più ricche. Il
governo comunale funziona anche come moderatore
degli scontri violenti tra famiglie nemiche
(pensiamo alla storia di Romeo e Giulietta).
Gli artigiani fondano associazioni
professionali chiamate arti. Le arti hanno la
funzione di regolamentare il proprio settore, di
curare i propri gli interessi economici e di
mantenere per sé il monopolio della produzione. Le
arti assomigliano ai partiti politici: al loro
interno nascono conflitti per prenderne il controllo
e, a livello comunale, i capi delle arti competono
per la spartizione del potere. Importantissimi sono
i legami familiari: non si lotta tra singoli
individui, ma tra famiglie.
Grazie alle esigenze della vita
economica e politica, nella città si affermano
scuole laiche e professioni intellettuali:
notai, giudici, insegnanti, cioè persone che, oltre
a saper leggere e scrivere, raggiungono un alto
livello di istruzione. In questi ambienti nascono i
primi di testi letterari – manuali scolastici, guide
morali, cronache, poesie. I testi usati a scuola
sono in latino, mentre i testi per un pubblico più
vasto (fra cui le donne, che sono di regola escluse
dall’apprendimento della lingua latina) sono in
volgare. Il loro
pubblico sono gli abitanti della città di livello
sociale medio-alto (artigiani, mercanti, nobili).
Gli intellettuali, nei loro testi, esprimono anche
le posizioni politiche dei gruppi cui sono legati o
da cui sono pagati.
Con il tempo, nei Comuni le lotte per
il potere diventano così forti che essi non sono più
in grado di controllarle, cosicché chiamano un
podestà: un nobile, proveniente da un’altra
città, che assume il governo e si fa carico
dell’amministrazione della giustizia per un certo
periodo. Tra il Duecento e il Trecento accade spesso
che i podestà o una potente famiglia locale
prendano il potere in modo stabile, diventando
signori. Questo passaggio può avvenire con un
colpo di stato, ma prevalentemente avviene con il
consenso delle opposte fazioni politiche, che vedono
in questa soluzione una garanzia di stabilità. Entro
la metà del Trecento si affermano, per es., i
Visconti a Milano, i Carrara a Padova, i Della
Scala a Verona, i d’Este a Ferrara, i Gonzaga a
Mantova, i Montefeltro a Urbino, ecc.Varie città
mantengono però un carattere comunale e sono
governate da un’oligarchia
– un gruppo ristretto di ricche famiglie. A
Firenze, per es., questa
oligarchia
(chiamata localmente “popolo grasso”) lotta
sia con la classe artigiana e mercantile meno ricca
(“popolo minuto”) sia con i “magnati”, cioè le più
ricche e antiche famiglie aristocratiche di origine
feudale. A Firenze governano organi collettivi;
nella repubblica di Genova si elegge prima un
“podestà”, in seguito un “doge”;
nella Repubblica di Venezia l’oligarchia elegge un
doge a vita.
Le città italiane si arricchiscono
grazie alla vantaggiosa posizione dell’Italia nel
Mediterraneo, che è il centro dei grandi flussi
commerciali. I mercanti italiani importano in
Europa merci di lusso dai paesi orientali: spezie,
alimenti esotici, stoffe, tappeti, oggetti d’arte,
ecc.; con essi giungono, ovviamente, anche nuove
tecnologie e conoscenze. Dopo l’anno Mille si
affermano le quattro repubbliche marinare
(Venezia, Genova, Pisa, Amalfi), ma le ultime due
perdono importanza tra il Due e il Trecento. Le
città italiane hanno inoltre una fiorente attività
artigiana concentrata nelle manifatture ed esportano
prodotti (soprattutto stoffe, armi, raffinati
oggetti artigianali) in tutta Europa. Nelle città
nascono professioni finanziarie come quella degli
usurai (che prestano soldi con gli interessi,
anche se quest’attività è proibita dalla Chiesa) e
degli assicuratori. I finanzieri italiani,
soprattutto toscani e lombardi, esercitano le
proprie professioni anche all’estero. A Firenze,
grandi banche che avevano prestato somme enormi ai
re, agli imperatori e ai papi, falliscono negli anni
Quaranta del Trecento, per colpa della Guerra dei
cent’anni tra Francia e Inghilterra.